Quando gestori e società di riscossione giocano al gatto e alla volpe. Cosa fare?


I casi di debiti inesistenti per danneggiare gli utenti che sciolgono legittimamente i rapporti con il proprio gestore. Un vortice insensato tra i gestori e le società di recupero crediti, che creano una pressione psicologica per mesi e anni, senza alcun motivo. Le trappole e le soluzioni di alcune odissee: con L’Avvocato Salvatore Drago.

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Tra crisi energetica e non, aumentano i casi al limite della decenza in cui gli utenti, senza neanche rendersene conto, vi scivolano. Una rete ambigua tra gestori telefonici (e altri?) e agenzie di recupero crediti, tutta a danno delle persone prese di mira, attraverso un sistema di debiti inesistenti e pressioni psicologiche.

Raccontiamo un caso esemplare, omettendo l’identità degli attori coinvolti, specificando in che modo è possibile uscirne, anche in tempi brevi, addirittura con un rimborso spese. Nel farlo ci colleghiamo ad una brutta situazione risolta dall’Avvocato Salvatore Drago, autore Rubrics per la sezione “Legge”, persona ormai esperta di questi tentativi che sembrano seguire protocolli che sollecitano il dubbio riguardo la buona fede dei gestori.

Quanto segue è di pubblica utilità.  

Salvatore Drago

Anni fa delle persone interrompono i rapporti con un noto gestore telefonico. E cosa accade? All’atto dell’interruzione il gestore pensa bene di emettere fatture sconsiderate, oggettivamente folli, a carico degli ex-utenti. Verrebbe da ipotizzare: una misura studiata per incassare il più possibile da chi ha deciso legittimamente di sciogliere un rapporto secondo clausole. Ed è solo l’inizio.

Precisiamo che queste persone hanno regolarmente onorato ogni pagamento, senza trovarsi mai in debito. Solo successivamente allo scioglimento del rapporto si vedono pressate per una parte indebitamente pretesa. Il che rende tutto più evidente.

L’avvocato si rivolge all’organo di conciliazione, che dà totalmente ragione all’utente e anzi: stabilisce persino un rimborso. Il gestore si è dovuto adeguare (almeno in un primo momento).

Qui inizia il bello (o il brutto) della storia.

Nei mesi successivi queste persone si ricevono notifiche di solleciti di pagamento da parte di società che si occupano di recupero crediti (dietro mandato del gestore telefonico, precedentemente costretto al rimborso!).

L’avvocato interviene nuovamente e con toni più forti costringe il gestore a ritirare gli indebiti solleciti, ritornando nella posizione stabilita in conciliazione… ricevendo persino delle scuse per il “disguido”.

Ma non finisce qui.

Poco dopo, ecco che una nuova società di recupero crediti ripercorre la stessa strada: notificando ulteriori debiti inesistenti per conto dello stesso gestore, sempre a carico delle stesse persone.

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Per la terza volta l’avvocato Drago deve tornare sul caso, arrivando a minacciare un’azione legale che tenga conto della pressione psicologica continua e finalizzata al possibile crollo morale degli ex-utenti. Si tratta di interferenze nella vita quotidiana, sommando problemi ai problemi. Diventa asfissiante.

Come è finita?

L’ennesima società di recupero crediti si scusa, dichiarando di non essere responsabile della cosa… perché è lo STESSO GESTORE a trasmettere la posizione debitoria!  Per il momento il caso è finalmente chiuso.

Oggettivamente, ci sono varie possibilità: 1) errore di comunicazione interna, tra gestore e società di recupero crediti; 2) o tentativo di riscuotere indebitamente crediti inesistenti, facendo leva sui meccanismi sopra chiariti.

Ci domandiamo: quanti utenti ed ex-utenti ci cascano?

Quante volte si ripete tale misura?

Quante volte le vittime non sanno che NON occorre pagare, bensì rivolgersi all’avvocato per uscirne persino rimborsati?

Non bisogna cedere alla tentazione di pagare alcune centinaia di euro sperando di poter vivere rilassati dopo: probabilmente non si fermeranno. Consultate un professionista. Reagite sempre.

Leggi: gli articoli dell’Avvocato Salvatore Drago

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