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Dall’amore alla violenza


Le prime fasi di simbiosi dell’innamoramento, poi le differenze, gli aspetti irrisolti e la capacità di crescere davvero. Gli abusi, anche fisici e il ruolo dei terapisti per uscire da un inferno che può diventare cronaca nera.

Voglio parlare d’amore. Non dell’amore “e vissero tutti felici e contenti”, perché la professione mi porta a considerare un altro aspetto. Partiamo dal momento magico dell’incontro. Dalla musica di sottofondo, che non c’è ma sentiamo. Ecco, in quel momento possiamo immaginare le due persone come due cerchi quasi completamente sovrapposti.

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Intorno a loro c’è come una pellicola: “vivevamo in una bolla d’aria”, diceva una canzone di un po’ di anni fa. Ognuno vede solo quello che dell’altro è simile a se stesso. Le differenze vengono ignorate, così come il mondo che è fuori. Spesso in questa fase uno dei due prevale nelle decisioni, magari in maniera dolce.   

La coppia vive un momento simbiotico. Che cos’è la simbiosi? “Si definisce simbiosi una relazione nella quale due persone si comportano come se fossero una persona sola. La relazione è strutturalmente caratterizzata dal fatto che nessun individuo energizza completamente i propri stati dell’io” (Schiff J. et al.1980).  

Questa è la base della relazione primaria con il caretaker ed è anche la base della fase iniziale della relazione di coppia. Spesso, in questa, uno dei due decide per entrambi.

Poi l’attenzione comincia a spostarsi sulle differenze. Non più “tu uguale a me”, bensì “tu diverso da me”. La pellicola esterna si rompe. Il mondo entra nella coppia e/o la coppia comincia a sentire il bisogno del mondo. Spesso le differenze sono accettate e viste come un modo per crescere, a volte può esserci una crisi.  

Spesso è un fatto nuovo a determinare la crisi, per esempio la nascita del primo figlio. Questo, difatti, è considerato uno dei fattori più stressanti, perché cambiano i ruoli all’interno della coppia. Il mondo, inteso come realtà, entra dentro all’improvviso.

Ci possono essere altri fattori che, di colpo, ci mettono a nudo, a confronto con l’altro, senza gli ammortizzatori abituali. Può succedere anche in momenti di convivenza stretta, per cui ti vedo come sei, come sei sempre stato e ora non lo sopporto.

Sulle differenze si possono creare forti disagi e ci si può lavorare con l’aiuto di un professionista. Più difficile da soli. A volte le differenze sono intollerabili e si cercano altre soluzioni. Queste sono evoluzioni fisiologiche, risolvibili. Anche lasciarsi può essere considerata un’evoluzione normale, quando le differenze sono troppe

Esiste anche un altro aspetto, che non può essere considerato normale. Accade quando uno dei due non riesce ad accettare che l’altro abbia degli aspetti diversi. Perché? Perché ha paura che la simbiosi si possa sciogliere. Vuol dire che ci sono degli aspetti irrisolti.

In queste condizioni non si vuole e non si può reggere una nuova rottura della simbiosi. C’è bisogno di conservare lo status quo, l’unico che consenta di sopravvivere emotivamente. E’ questa la condizione dalla quale scaturiscono comportamenti abusanti fisicamente e verbalmente. Adesso la persona che decideva per due non lo fa più dolcemente, o l’altra non accetta più di non avere una sua autonomia.

Questo è un aspetto patologico al quale non si può pensare di fare fronte da soli. Spesso, anzi, la parte che è sopraffatta non riesce nemmeno a pensare lucidamente ed il legame diventa sempre più patologico. Si involve in una spirale che può avere aspetti drammatici.

In queste condizioni è d’obbligo ricorre agli esperti del settore, il prima possibile, magari così si evita di finire su un articolo di giornale.

Epilogo osservando che, mentre si sta vivendo la bellissima fase dell’innamoramento, non farebbe male dare uno sguardo alle differenze. Fare attenzione a quelle cose che ci frullano istintivamente nel cervello e che mettiamo a tacere presi dalla musica di sottofondo che condividiamo, o che crediamo di condividere.

Fonte: J.L. Schiff “Analisi Transazionale e cura della psicosi”. Immagine: @fairytailphotography su Unsplash

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