La città di Guccini. Letture geografiche


Bologna: cornice di tensioni, cultura, sperimentazioni, contestazioni, borghesia ricca e stragismo.

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Proseguiamo, come promesso, il percorso che vuole porre in risalto la sensibilità geografica dei testi delle canzoni di Francesco Guccini. Lasciata Venezia, addentriamoci nelle trame di Bologna.

Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli
col seno sul piano padano ed il culo sui colli
Bologna arrogante e papale, Bologna la rossa e fetale,
Bologna la grassa e l’umana già un poco Romagna e in odor di Toscana…

“Bologna”, Guccini

La morfologia e la posizione del territorio rappresentano i primi elementi per la lettura del paesaggio. Le espansioni del centro urbano verso Borgo Panigale e San Lazzaro di Savena, stirano la conformazione della città e rappresentano i fianchi un po’ molli percepiti dal cantautore.

Icastica poi la nota morfologica che restituisce la descrizione della morfologia del territorio costituita dalla fase collinare e dalla collocazione nella Pianura Padana.

A seguire, il caleidoscopio di connotazioni storico culturali e, ancora, il desiderio, l’aspirazione di essere sintesi dei portati culturali romagnoli e toscani. Nella lettura dello spazio, il cantautore si sofferma su due elementi che costituiscono specificità e rilevanza sociale: le osterie e i portici.

Nella narrazione di Guccini, le osterie si ammantano di quella fervida dimensione socio culturale che vagheggia di Parigi, Bologna per me provinciale Parigi minore: mercati all’aperto, bistrots, della “rive gauche” l’odore, o ancora che Bohéme confortevole giocata fra casa e osterie quando a ogni bicchiere rimbalzano le filosofie. Lo spazio vissuto diventa proiezione di spazio immaginato, diventa luogo del dibattito e della prospettiva bohémien e, forse, della fumisteria.

Oh quanto eravam tutti artistici, ma senza pudore o vergogna, cullati fra i portici cosce di mamma Bologna, riprendendo la narrazione della temperie socioculturale bolognese, Guccini identifica nella cifra storica ed architettonica del portico uno spazio ideale, un ventre molle, protettivo, generatore di dibattiti e prospettive culturali anche scomposte.

La Bologna di Guccini diventa allora, nella cornice del luogo narrato, teatro di tensioni e di sintesi, laboratorio di cultura e di sperimentazione, di contestazione e di stragismo, di borghesia ricca e di contado risucchiato.

Bibliografia: L’articolo sintetizza alcune delle evidenze pubblicate nel saggio Lazzarotto, Messina, Percezione e narrazione dei luoghi La poetica di Guccini fra prospettive geografiche e applicazioni didattiche, in D’Agostino (a cura di), Percorsi sul pentagramma Geografia, musica e letteratura, Nuova Trauben, Torino, 2018).

Immagine: Bologna, https://www.pexels.com/photo/city-bird-s-eye-view-italy-bologna-1541363/ (libera da licenza)

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