Il NON-Taoismo: gli storici svelano le bufale


Spesso il Taoismo in Occidente è una bugia sopravvissuta al bugiardo: tra truffatori, imbonitori, disinformati e umanità varia. Fortunatamente c’è anche chi ha mentito da principio, ben sapendo di farlo, iniziando da fondamentalisti confuciani e missionari cristiani. Tra i falsi storici, la divisione tra “Taoismo religioso e filosofico”. L’importanza delle fonti storiche autorevoli [bibliografia in coda articolo].

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La conoscenza che si ha del taoismo in occidente somiglia ad una bugia sopravvissuta al bugiardo. Molti hanno convinzioni non veritiere sulla storia e sui contenuti del taoismo, senza sapere che tali false conoscenze derivano da persone e organizzazioni che hanno mentito sapendo di mentire, per giungere a scopi personali o che hanno, in altri casi, semplicemente emesso giudizi senza avere le fonti necessarie.

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Chi sono coloro che hanno mentito in principio divulgando falsità sul taoismo? E in cosa si mente in merito a questa antica tradizione? A tali domande credo sia necessario rispondere esclusivamente utilizzando fonti bibliografiche autorevoli, ragion per cui le informazioni qui riportate sono soltanto frutto di studi e considerazioni di emeriti studiosi, dei quali si può consultare la bibliografia a fine articolo.

Fondamentalisti confuciani, estremisti politici, missionari cristiani, intellettuali occidentali e tutti coloro che, per forme di attaccamento emotivo ad idee in materia non supportate da fonti accademiche o valide, supportano anche senza saperlo nozioni errate, possono essere considerati i maggiori “bugiardi” sulla questione.

Il fondamentalismo confuciano e l’estremismo politico danno il via a quello che forse è da considerare il periodo storico più difficoltoso per il taoismo. In una Cina depressa per lo scontro avvilente avvenuto durante la prima guerra sino-giapponese, dove fu chiaro che il paese di mezzo soffriva di un’arretratezza tecnologica e sociale, cominciò a diffondersi l’idea di dover eliminare la vecchia cultura cinese a favore di una radicale occidentalizzazione, ragion per cui l’attenzione si concentrò sullo sminuimento della presenza religiosa.

Ciò si concretizzo nel 1898, quando venne emesso un editto che prevedeva il sequestro dei templi con lo scopo di trasformarli in scuole (diversi templi vennero sequestrati, ma pochi divennero scuole). A soffrire di tale legge furono in special modo i templi buddhisti e i templi taoisti di città e, anche se tale iniziativa non ebbe il rivoluzionario successo a cui aspirava, per il forte radicamento sociale che aveva la religione cinese, da lì in avanti aumentò sempre più un accanimento nei confronti delle tradizioni spirituali cinesi.

Questo era supportato da diversi movimenti di fondamentalismo confuciano che, influenzati anche da diversi missionari protestanti, auspicavano ad imporre il confucianesimo come unica religione dello Stato cinese, spogliando tuttavia lo stesso confucianesimo di alcuni elementi scomodi e adattando questo all’etica e all’organizzazione delle chiese cristiane. Il tentativo, da parte di alcuni intellettuali cinesi, di demonizzare la religiosità cinese è così evidente che ecclesiasti taoisti e buddhisti vengono derisi, colpevolizzati della arretratezza della Cina e addirittura definiti come ladri e assassini dai quotidiani dell’epoca.

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Con l’avvento del Partito Comunista Cinese negli anni 20’ e con la Repubblica Popolare poi, l’accanimento nei confronti del taoismo perdurò: continuarono i sequestri dei templi e delle loro terre, alcune celebrazioni e ritualità furono vietate, portando così i monasteri a mantenersi economicamente con grandi difficoltà. Tuttavia ci furono anche iniziative mirate a integrare le religioni nel tipo di società auspicata dal Partito Comunista.

Qui il taoismo più di altri soffrì della sua mancanza di organizzazione, infatti fu l’ultima grande religione presente in Cina ad instaurare una associazione (l’Associazione Taoista Cinese nascerà soltanto nel 1957).

A periodi di breve tolleranza seguì il periodo più avvilente di persecuzione religiosa: con l’inizio della Rivoluzione Culturale negli anni 60’ non si contano gli episodi violenti e, a tratti anche sadici, nei confronti di ecclesiastici.

Un caso emblematico è quello del maestro Wang Xi’an che, rispetto ad altri casi, non si caratterizza per una particolare brutalità. Il maestro Wang, noto membro dell’ecclesia taoista, che contribuì alla formazione dell’associazione taoista, fu accusato di cospirare contro il governo. Venne arrestato (solo per pochi giorni), costretto a passare la prigionia nudo insieme ad una monaca buddhista e, insieme a quest’ultima, a mangiare carne, nonostante il loro voto di vegetarismo.

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Come tanti altri suoi fratelli di fede, Wang Xi’an fu costretto a lasciare l’abito e il monastero, ma conservò la sua fede nel privato e aiutò la comunità con la sua preparazione nella medicina tradizionale. A differenza di molti altri meno fortunati ecclesiastici taoisti, a seguito dalle aperture governative per la tolleranza religiosa avvenute dopo il 1979, Wang riuscì poi a ritornare nella ecclesia taoista contribuendo a rifondare la mai scomparsa tradizione taoista.

In occidente, già dal XVII secolo, cominciavano a diffondersi falsità sul Taoismo. Infatti diversi scritti di missionari cattolici definivano il Taoismo come “aberrante superstizione” o “religione del diavolo”.

Molti intellettuali, invece, mossi anche da atteggiamenti ideologici, riportavano notizie di una Cina con la totale assenza di religione. Inoltre, non avendo il Taoismo né comunità molto grandi in altri paesi, né missionari impegnati nella diffusione del Taoismo nel mondo, risultava difficile avere testimonianze dirette di taoisti al di fuori della Cina e ciò ha pesantemente contribuito alla scarsa conoscenza che si ha di questa religione.

Moltissime informazioni errate sul taoismo vivissime tutt’oggi, son le stesse che hanno diffuso le categorie di persone precedentemente riportate (fondamentalisti confuciani, estremisti politici, missionari cristiani, intellettuali occidentali). Tra queste informazioni, alcune delle più diffuse sono:

1) Esiste il taoismo religioso (Daojiao) e il taoismo filosofico (Daojia): studiosi della dinastia Han per identificare in diverse categorie i testi della cultura cinese, denominarono alcuni di questi come Daojia (famiglia del Dao). In questa categoria risultavano testi come il Dao De jing e il Zhuangzi che, pur non avendo una nota organizzazione religiosa, presentavano già innumerevoli indizi di organizzazioni iniziatiche. Anche le prime organizzazioni religiose taoiste identificavano se stesse con il termine Daojia e, soltanto a partire dal V secolo, per distinguersi dal buddhismo (Foiao), cominciarono a identificarsi nel termine Daojiao (insegnamento del Dao). Diversi religiosi cattolici hanno diffuso l’errata distinzione tra taoismo religioso e taoismo filosofico, diffondendo in tal modo l’idea di un taoismo in sintonia con la dottrina cattolica in contrapposizione ad un taoismo religioso vile e rude. Oggigiorno, tantissime persone per interessi personali (insegnati di arti affiliabili al taoismo, scrittori, ecc) diffondono la nozione di un taoismo spirituale/filosofico con tratti new age, che solo lontanamente ricorda la tradizione millenaria taoista.

2) Laozi è il fondatore del taoismo e il Dao De Jing è la “bibbia taoista”: non esiste alcun fondatore del taoismo, ma esistono una serie di persone storiche e non, che hanno contribuito nei diversi secoli alla formazione dell’attuale taoismo. Volendo identificare il testo fondamento del taoismo, potremmo considerare il Daozhang (canone taoista), una raccolta di scritti taoisti comprendenti più di 1500 testi, in cui presenzia anche il classico attribuito a Laozi.

3) Non c’è bisogno di affiliazione religiosa per essere taoista: anche nella terminologia cinese ad essere considerato taoista è soltanto la persona iniziata al taoismo, che quindi fa parte del suo clero. I fedeli, simpatizzanti e anche studiosi, sono importantissimi per la vita del Taoismo, ma essi non sono considerabili taoisti. Innumerevoli persone hanno finte iniziazioni, spesso senza alcuna storia genealogica o legate semplicemente a scuole di qigong, ecc.

4) Il qigong, il taiji quan, il fenghui,ecc sono pratiche taoiste: queste pratiche hanno un legame con il Taoismo, ma non sono considerabili taoiste. Appartengono più che altro all’antica cultura cinese e, a seguito della Rivoluzione Culturale cinese, risultano fortemente rimodernate e spogliate di elementi considerati irrazionali.

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Oggigiorno il Taoismo, quello autentico, sta affrontando una rinascita eccezionale, fino a qualche anno fa impensabile. Ad esempio tanti templi distrutti sono stati ricostruiti.

Inoltre il Taoismo si fa conoscere sempre più in occidente e, se pur con tanti approcci poco attinenti alla vera tradizione, non mancano centri che diffondono la vera dottrina taoista, consapevoli del fatto che, anche se il taoismo si adatta alla società e al tempo dove vive, è possibile ed è giusto fare una distinzione tra ciò che è Taoismo e ciò che Taoismo non è.

Tra i principali centri occidentali di taoismo sono particolarmente da menzionare la Chiesa Taoista d’Italia (la prima europea), l’Associazione Taoista Francese, l’Associazione Taoista Brasiliana e diverse altre presenti negli USA e nel resto del mondo.

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Bibliografia: “Daoism A Guide for the Perplexed” di Louis Komjathy; The beginning of the end of chinese religion?” di Vincent Gossaert; “Taoismo: una tradizione ininterrotta” di Russel Kirkland; “Il corpo taoista” di Kristopher Schipper; “La religione della Cina” di Kristopher Schipper; “Daoismo; storia, dottrina e pratiche” di Maurizio Paolillo; “A daoist carrer” di Georges Favraud.