Il Mondo dei Tarocchi storici: dai putti agli alchimisti
Dalle visioni cristiane della Gerusalemme Celeste alle dottrine neoplatoniche dell’Anima Mundi, dalla Fama petrarchesca alla danza cosmica di Shiva: un viaggio attraverso la carta del Mondo nei Tarocchi come specchio simbolico della tensione umana verso il divino, la conoscenza e la trasformazione interiore: la vita dell’uomo è una danza attraverso la quale la sua essenza divina diviene creatrice.
! Rubrics è fatta da specialisti NO fakenews e fonti incerte. Segui -> Pagina FB e Instagram ©Riproduzione riservata
La carta del Mondo nei Tarocchi Colleoni Baglioni (fig. 1) mostra la Gerusalemme Celeste posta all’interno di un cerchio sorretto da due angeli putti. Tale raffigurazione è conforme alla spiegazione che di questo trionfo ne dà l’autore del Sermo de ludo, ovvero El mondo cioe Dio Padre (fine sec. XV). Se nella mistica cristiana il quadrato corrisponde al mondo terreno e a ciò che è materiale, il cerchio rappresenta la divinità poiché non ha inizio né fine.

Nella carta dei Tarocchi di Ercole I d’Este (fig. 2), come in quelle dei Tarocchi Dick e Rosenwald, un angelo sovrasta un cerchio ove è raffigurato un paesaggio quale rappresentazione del mondo tangibile che Dio in sé contiene. Nei cosiddetti Tarocchi di Carlo VI (fig. 3 ) e di Alessandro Sforza una figura femminile recante in mano lo scettro e il globo aureo, simboli del comando, sovrasta l’immagine del mondo racchiusa in un cerchio. Rappresentare un personaggio sopra un tondo raffigurante la terra quale attributo di autorità o protezione, fu metodologia ricorrente nel Rinascimento
La più antica carta conosciuta del Mondo è quella dei Tarocchi Visconti ora all’Università di Yale (fig. 4) dove troviamo un paesaggio costellato di castelli, con un fiume e barche in mare. Sopra un arco una figura femminile tiene una tromba in una mano e una corona nell’altra. La tromba chiaramente la identifica come Fama con la quale si diffonde la notizia. La Fama è anche uno dei sei Trionfi del Petrarca. Nella scena sottostante un cavaliere, posizionato centralmente, con in mano una bandiera rappresenta il beneficiario della Fama o colui che ricerca la stessa, al fine di porsi come esempio virtuoso per l’intera umanità il cui fine è di congiungersi con Dio Padre (il Mondo), attraverso l’esercizio delle virtù.

Nella carta del Tarocco di Parigi di anonimo del sec. XVII appare la dea Fortuna, nella sua funzione di dominatrice del mondo (Imperatrix mundi), nuda, in piedi sul tondo terrestre del quale gestisce le sorti (fig. 5).

Nell’immagine di un tarocco italiano del sec. XVI, di cui sono rimaste poche carte, ora al Museo del Castello Sforzesco di Milano (fig. 6), appare quella variante iconografica che si stabilizzerà nei tarocchi di Marsiglia (fig. 7) e in tutti i mazzi successivi: una fanciulla pressoché nuda – o un delicato giovane – è raffigurata all’interno di una mandorla, circondata dalle figure in forma animale dei quattro evangelisti (Tetramorfo). Si tratta dell’Anima mundi, rappresentata già da una figura femminile nel manoscritto latino Clavis physicae,composto da Onorio di Autun nel sec. XII, presente presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Questo insieme di disegni e di schemi rappresenta una delle più perfette espressioni dell’attività immaginativa degli uomini del secolo XII e, al contempo, la traduzione fedele di una rappresentazione del mondo legata al sistema platonico, o platonizzato, come l’avevano interpretato i padri greci e il loro discepolo del sec. IX, Giovanni Scoto.
!
Rubrics è fatta da specialisti
NO fakenews e fonti incerte.
Segui -> Pagina FB e Instagram
©Riproduzione riservata
Nel pensiero di Plotino e di Porfirio, così come per Platone prima di loro (Timeo: 30a-37c), la funzione di unificare la materia rendendola armoniosa è affidata all’anima del mondo, il principio demiurgico che è sia ricettacolo del corpo del mondo sia il principio che mantiene unito l’universo.
Sulla nudità della fanciulla troviamo nella tradizione biblica che la nudità di Adamo ed Eva è simbolo di uno stato in cui tutto è manifesto, senza veli. Per i gnostici, come per Porfirio, la nudità è simbolo di un ideale da perseguire: è la nudità dell’anima che rifiuta il corpo, veste e prigione, per raggiungere il proprio stato originario e risalire alle radici divine. Essa, simbolicamente, è morte al mondo profano, preludio alla rinascita iniziatica ed è quindi purificazione. Nudo è l’iniziato ai misteri e nuda l’anima ascende al divino.
Il cristianesimo derivò la figura femminile dell’anima del mondo dalle religioni degli antichi. Iside fu stimata essere l’Anima del Mondo da Macrobio mentre Apuleio fa parlare Iside nei seguenti termini: “Rerum naturae parens, elementorum omnium domina, saeculorum progenies initialis, summa numinum, regina manium, prima caelitum, deorum dearumque facies uniformis” (Io sono la natura madre di tutte le cose, padrona degli elementi, principio dei secoli, sovrana degli Dei Mani, la prima delle nature celesti, la faccia uniforme degli Dei e delle Dee).
Più strettamente associata al cristianesimo primitivo era la sapienza ebraica di Dio, una personificazione femminile che “la dona l’energia a tutti gli esseri” e che “regge l’universo in modo benefico”, come precedentemente citato. Queste descrizioni suggeriscono la finalizzazione del testo in un ambiente platonizzante.
!
Rubrics è fatta da specialisti
NO fakenews e fonti incerte.
Segui -> Pagina FB e Instagram
©Riproduzione riservata
Abelardo vedrà nello Spirito Santo l’anima del mondo, l’Anima Mundi della quale parlano anche i monaci di Chartres. Guglielmo di Conches, glossando il Timeo (34 c-35 c) afferma che l’anima del mondo è uno spirito o una forza naturale inerente alle cose, che conferisce loro il movimento e la vita. Essa è interamente e integralmente in ogni cosa, ma la sua potenza si esercita diversamente. Essa, posta nel mezzo dell’universo, dà il movimento agli astri, la vegetazione agli alberi e alle piante, la sensibilità agli animali, la ragione agli uomini. L’Anima Mundi descritta da Onorio, diversamente dalla carta del Mondo ora al Museo Sforzesco, non è posta all’interno di una mandorla, simbolo che troviamo nelle numerose rappresentazioni della Vergine in Gloria (fig. 8) e del Cristo Pantokrator [Onnipotente] (fig. 9)
La mandorla rappresenta il simbolo dell’interiorità nascosta dall’esteriorità, racchiudendo con ciò il mistero dell’illuminazione interiore. L’immagine di Cristo all’interno della mandorla significa che la sua natura divina era celata all’interno della natura umana. Allo stesso modo l’anima del mondo non è visibile ai sensi, ma è quella forza che governa ciò che esternamente appare in forma materiale. Quando Cristo è circondato dai simboli dei quattro evangelisti, si tratta del ‘Cristo in Maestà’, ma anche l’anima del mondo, come Logos divino, o principio ordinatore, attraverso il quale secondo il Vangelo di Giovanni “tutto è stato fatto” (Gv 1: 3). Di conseguenza nel tarocco di Jacques Viéville, invece di una figura femminile appare chiaramente una figura maschile (fig. 10), probabilmente Cristo stesso.

Nella sopra citata carta del Mondo sono riportati ai quattro lati della mandorla gli Evangelisti in forma animale (Tetramorfo) come descritti nell’Apocalisse di san Giovanni (4:7) e quali appaiono nelle visioni del Cristo Pantokrator. Francesco Piscina diede alle stampe nel 1565 un famoso trattato dal titolo Discorso sopra l’ordine delle figure de Tarocchi. A proposito di questa carta egli scrive:
Hora la figura del mondo in mezo questi quattro Santi Evangelisti l’Autore ha posto, per insegnarci che il mondo non può star senza religione, i precetti della quale hanno scritto questi Santissimi Evangelisti, essendo ella il principal fondamento della quiete e conservatione de stati e della felicità de popoli, e senza la quale – si come gia habbiamo in molti luoghi accennato – noi non potremmo salvar l’anima nostra, nata solo per servir al Grandissimo Signore Dio Nostro.
Nel testo alchemico Quinta essentia del 1570, del Leonhardt Thurneyesser Zum Thurn, una donna nuda è posta al centro di varie mandorle di grandezza progressiva, completamente circondata da raggi che da lei si dipartono (fig. 11).

Ella è chiamata Anima Mercurii, espressione latina per ‘Anima di Mercurio’. Secondo C.G. Jung, nel suo studio The spirit Mercurius questo dio rappresentava l’equivalente alchemico dell’anima del mondo platonica. Egli cita un testo del Mainz del 1679, il Coelum sephiroticum Haebraeorum di Johann Steebe, secondo cui Mercurio è lo “spirito supercelestico che è congiunto alla luce, e che giustamente potrebbe essere chiamato l’anima mundi”. Anche Mercurius, scrive Jung nello stesso saggio, è chiamato spiritus vegetatus ovvero ‘spirito di vita’ nel Tractatus aureus, pubblicato nel 1678, ma scritto molto precedentemente, così come coelem, che significa ‘cielo’ nel senso di ‘paradiso’, nel Tractatus micresis, pubblicato nel 1660 ma da datarsi per Jung al XIV secolo. Egli conclude dicendo: “È evidente da un numero infinito di testi che gli alchimisti si riferivano al concetto dell’anima mundi, da un lato all’anima del mondo del Timeo di Platone e dall’altro allo Spirito Santo, che era presente nella Creazione e che ha svolto il ruolo di procreatore”. Una relazione con lo Spirito Santo del tutto simile a quanto abbiamo visto per Abelardo. In un lavoro precedente, realizzato con appunti presi da suoi studenti, Jung avrebbe caratterizzato questa stessa Anima Mundi come Quinta Essentia, così chiamata perché trascende e governa i quattro elementi; in quanto tale il suo conseguimento come “microcosmo redento” divenne simbolo dell’Opera Compiuta.
È interessante osservare la similitudine iconografica fra la fanciulla danzante nella carta del Mondo dei tarocchi di Marsiglia e la raffigurazione di Shiva Nataraja (Signore della Danza) (fig. 12), dove la danza del Dio, posto nel mezzo di un cerchio di fuoco, assumendo una valenza cosmogonica, diviene simbolo della creazione e della trasformazione del mondo.

!
Rubrics è fatta da specialisti
NO fakenews e fonti incerte.
Segui -> Pagina FB e Instagram
©Riproduzione riservata
Didascalie immagini
- 001 Antonio Cicognara (pre 1480-post 1500) (?), Il Mondo, daiTarocchi Colleoni Baglioni, Milano, c. 1470-80. Bergamo: Collezione Privata.
- 002 Maestro ferrarese, Il Mondo, dai Tarocchi di Ercole I d’Este, c. 1473. New Haven: Yale University, Beinecke Rare Book & Manuscript Library.
- 003 Il Mondo, dai cosiddetti Tarocchi di Carlo VI, Ferrara – Bologna, c. 1470-80. Parigi: Bibliothèque Nationale.
- 004 Bonifacio Bembo (1420-1480) (?), Il Giudizio, dai Tarocchi Visconti di Modrone, Milano, metà sec. XV. New Haven: Yale University, Beinecke Rare Book & Manuscript Library
- 005 Le Monde, da Tarocco Parigino Anonimo, prima metà sec. XVII. Parigi: Bibliothèque Nationale.
- 006 Il Mondo, da antico tarocco italiano, Milano, sec. XVI. Milano: Museo del Castello Sforzesco.
- 007 Le Monde, dai Tarocchi di Bernardine Suzanne, Marsiglia, c. 1820.
- 008 Bernardino di Betto Betti detto il Pinturicchio (c.1454-1513), Madonna in gloria fra san Gregorio Magno e san Benedetto, pala d’altare, 1510-1512. San Gimignano: Museo Civico.
- 009 Maestro Senese, Cristo Pantokrator, tempera su legno, sec. XIII. Siena: Pinacoteca.
- 010 Il Mondo, dai Tarocchi Vieville (Jaques Vieville), Parigi, metà sec. XVII. Parigi: Bibliothèque Nationale.
- 011 Anima Mercurji, incisione, da Leonhardt Thurneyesser Zum Thurn, Quinta Essentia, Lipsia, 1574.
- 012 Shiva Nataraja (Signore della Danza), bronzo, Dinastia Chola. c. 990 d.C. India: Stato del Tamil Nadu.

Faenza, 1952. Storico, musicologo, archivista, docente e Presidente dell’Associazione “Le Tarot”, composta da eminenti personalità del mondo accademico e della cultura. La comunità scientifica internazionale lo riconosce tra le massime autorità al mondo per quanto attiene l’iconologia dei tarocchi storici. Sul tema dello studio storico, simbolico e “dottrinale” dei tarocchi storici ha ottenuto il Patrocinio del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, collaborando con i grandi musei e le grandi biblioteche, tra cui: il Metropolitan Museum of Fine Arts di New York; la National Gallery di Washington; il Victoria and Albert Museum e il Warburg Institute di Londra; la Graphische Sammlung Albertina di Vienna; la Bibliothèque Nationale di Parigi; la Galleria degli Uffizi di Firenze; la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco; il Museo Egizio di Torino; il Museo delle Ceramiche di Faenza; il Museo Civico Archeologico di Bologna; la Biblioteca Marciana di Venezia; la Biblioteca Comunale di Mantova ecc. Si laurea in Studi Umanistici all’Università di Bologna e successivamente consegue il Diploma di Perfezionamento Post-Universitario in Musicologia. Ha frequentato la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica all’Archivio di Stato di Bologna. Già docente e direttore della Biblioteca Comunale di Brisighella. È autore di numerosi saggi e articoli tradotti in diverse lingue e diffusi in tutto il mondo.
-Sito “Le Tarot”: http://www.letarot.it/
Email: info@letarot.it