Il Segreto di Liberato: essere se stessi, per sempre


Non un semplice film, ma un viaggio immersivo nel mondo del cantautore napoletano. Anche chi non conosce la musica dell’artista sarà attratto dalla sua autenticità, dalla poesia e dalla capacità d’evocare atmosfere uniche. Un’opera da vedere. 

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Il Segreto di Liberato è uscito nelle sale il 9 maggio 2024. Si tratta di un film documentario diretto da un collettivo di registi: Francesco Lettieri, Lorenzo Ceccotti, Giuseppe Squillaci e Giorgio Testi.

Quella che seguirà va interpretata come una felice disamina oppure ancora come un’appassionata review di un’opera che cerca di alimentare la dimensione di un’artista che a mio parere, inequivocabilmente, cattura e intriga, aldilà delle proprie convinzioni e gusti personali.

Ciò che si cerca di attribuire al senso del Segreto di Liberato: essere se stessi per sempre. Domanda VS risposta. A voi la scelta.

Contagioso ed estremamente interessante, già fin dai primi frames, risulta essere il desiderio di immergersi a capofitto in un’opera unica e ibrida tra documentario e film di finzione. Ma a patto che si faccia a cuore aperto, altrettanto per la mente.

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Ecco perché.

Tentare di riuscire a cogliere la vera essenza della “dimensione” Liberato richiede, anche dai non addetti, una dovuta cautela e una forma di puro amore e rispetto. Eh si! Perché le tematiche che si incrociano riguardano tutti, o meglio, tutti coloro che accettano di riflettere sul significato della verità e su come questa possa essere percepita in modi diversi. Pacificamente. Si spera. Doveroso è l’approccio con cui va metabolizzato il percorso che si apre di fronte a qualsiasi spettatore. Lo sforzo necessario non è quello di riconoscersi nella musica di Liberato o di affrontarne consapevolmente i suoi tratti distintivi, bensì, accogliere la volontà di “liberarsi”, possibilmente, di uno strato epidermico e superficiale, scomodo. E così facendo, esplorare nuovi strati della propria pelle, del proprio essere, della propria libertà, complessa ma al tempo stesso genuina e (con il migliore auspicio), alla portata di tutti.

Il film racconta l’ascesa di Liberato, la misteriosa maschera musicale che continua, inesorabilmente, a conquistare una grande fetta di pubblico con le sue hit e i suoi concerti evento. Numerose sono le immagini di repertorio, interviste e animazioni. Il film ripercorre la carriera di Liberato, dai suoi esordi come componente dei Thymesis fino al grande successo ottenuto con il progetto solista.

L’opera è notevolmente apprezzabile per il suo ritratto intimo e sincero nei confronti dell’artista, sebbene, altri, invece, l’hanno hanno trovata poco approfondita e celebrativa.

Francamente, chi se ne frega. Per l’appunto, probabilmente non era questo l’obiettivo. Non meno vittoriosa, stilisticamente e narrativamente parlando, risulta essere quella “metamorfosi visiva” che coincide con un vero e proprio viaggio dalla fantasia alla realtà, dove l’animazione si trasforma, ad un certo punto, in documentario. I personaggi animati via via si dissolvono, lasciando spazio a immagini tridimensionali che, seppur nella loro verosimiglianza, tradiscono una certa artificiosità, mancando di autenticità. Ma si può concedere, eccome.

Addentrandosi nella storia e incamminandoci, così, al nucleo della stessa, l’opera si presenta come un’operazione interessante e coraggiosa. L’utilizzo dell’animazione permette di raccontare la storia di Liberato in modo più suggestivo e di esplorare la sua psiche riuscendo ad alimentare, ancora una volta, il suo mistero e la sua “luce” che forse non vuole essere “svelata” ma accetta di vivere in un prezioso – conteneur métaphysique – dove i colori e le narrazioni appaiono autentiche ma fantastiche, atte a farci dimenticare che l’obiettivo dell’opera dovrebbe essere quello di non cercare banalmente di scoprire l’identità di Liberato ma di esplorare, con rispetto e piena autonomia dei sensi, il tema dell’identità e di come questa venga, talvolta, violentemente, influenzata dalla società e dalle aspettative degli altri.

L’anonimato di Liberato può essere visto come una metafora della libertà nel cercare di essere se stessi senza il peso del giudizio altrui. Questo non deve configurarsi come un ostacolo alla verità, ma piuttosto un modo per darle un senso più profondo. Il film risulta riconoscere, in qualche modo, anche l’occasione per riflettere sul fenomeno del successo e sulla natura effimera della fama.

Il Segreto di Liberato è un film da non perdere ed è possibile scoprirne alcuni aspetti inediti della sua vita e carriera rivivendo le emozioni dei suoi live. Per chi invece non conoscete Liberato, il film potrebbe essere un buon punto di partenza per avvicinarsi alla sua musica e al suo mondo, partendo proprio dalla sua Napoli che è fiera e indiscussa protagonista del suo successo. Il cantautore ha ricambiato l’amore della sua città regalando una nuova colonna sonora a un periodo di grande fermento e rinascita. L’emblema di questo legame è il passaggio di Liberato, incappucciato e scortato dal suo staff, nel fossato dello stadio Maradona per la celebrazione della vittoria del Napoli in campionato: un’immagine carica di significato che rimarrà impressa nella memoria collettiva partenopea, in primis.

Il film dipinge una Napoli sacra e profana allo stesso tempo, rispecchiando la dualità presente nelle canzoni di Liberato: la città è ritratta come un luogo di grande romanticismo, capace di incantarsi e di raccontarsi attraverso cartoline suggestive. Questa dualità, unita alla maestria artistica di Liberato, ha creato un connubio unico e di grande successo.

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Alcuni dei punti di forza del film:

  • L’utilizzo dell’animazione, che rende il film più suggestivo e visivamente interessante.
  • Le interviste a persone che hanno lavorato a stretto contatto con Liberato, che offrono una visione privilegiata sulla sua persona e sul suo lavoro.
  • I filmati dei concerti, che permettono di rivivere l’atmosfera magica dei live di Liberato.

Tra i punti deboli del film, invece, si possono annoverare:

  • La mancanza di un approfondimento psicologico del personaggio di Liberato.
  • La scelta di non svelare la sua vera identità, che potrebbe deludere alcuni spettatori, i meno attenti e con minore senso critico.
  • Ligh motif a tratti un po’ lento.

Imperfetto e naturalmente interessante, Il Segreto di Liberato accoglie, con i suoi caratteri migliori, la narrazione di una “creatura” che divide, che fa sognare, che disunisce.

W la libertà.

Quella di Liberato.

Forse, quella di tutti.

Speriamo.

Centoventuno per RUBRICS

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Alcuni links che potrebbero essere utili

Trailerhttps://www.youtube.com/watch?v=40XFEkRBgI8&ab_channel=LIBERATO

Sito ufficialehttps://ilsegretodiliberato.it/