Le “infinite” divinità del Taoismo


Le divinità e i loro profeti taoisti hanno ispirato anche profonde rivoluzioni e rivolte nella società. Nell’antico Youlong Zhuan (“Come un Dragone”) è scritto: “Le rappresentazioni si avvicinano solo vagamente alla maestà divina, ma sono utili per le tecniche di visualizzazione“.

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Cercare di conoscere tutte le divinità del ricco pantheon taoista è un’impresa molto ardua, poiché i cinesi sembrano avere una divinità per ogni questione e luogo (vi ricorda qualcuno?); inoltre, il pantheon taoista si è arricchito ed è cambiato durante i vari secoli.

Un’ulteriore difficoltà è nella diversa concezione della “divinità”. Il termine cinese “Shen Ming”, utilizzato per indicare gli “dei” è più adeguatamente traducibile come “irradiazione dell’anima celeste”. Questi esseri divini si differenziano dagli umani (anch’essi possessori di uno shen) per durata della vita e potere.

Alcune divinità taoiste hanno riscontrato una maggiore popolarità durante i secoli e molte di esse sono entrate nel pantheon taoista partendo da un culto popolare. Tra le diverse divinità, Taishang Laojun, considerato l’ipostasi del Tao, è particolarmente legato alla storia e alla nascita del Taoismo.

Egli è la manifestazione divina di Lao Zi, considerato tradizionalmente l’autore del “Dao De Jing“. E’ una divinità presente attivamente nei vari secoli dell’umanità che, in periodi particolarmente difficili, si manifesta a chi è degno di essere alla sua presenza.

Diversi mistici e profeti vissuti in epoche differenti hanno avuto l’onore di interloquire con questa divinità, che ha rivelato testi divini e stretto alleanze con il popolo per portare conforto e risveglio spirituale. Con la sua presenza divina infatti, ha spesso riacceso anche un forte patos di ribellione sociale, ha caratterizzato il percorso e illuminato la Via di milioni di taoisti.

Ci sono diversi appellativi legati a questa figura. Può risultare utile conoscere quantomeno i più comuni: 1)Lao Zi: come già accennato, è colui al quale si attribuisce la stesura del “Dao De Jing”; ad esso sono legate innumerevoli leggende; 2)Li Er: è considerato il nome proprio di Lao Zi; 3)Lao Dan: termine usato nel celebre testo “Zhuangzi” per riferirsi alla figura di Laozi; 4)Daode Tianzun: rappresenta Taishang Laojun come terzo componente delle tre più alte divinità taoiste, note come “San Qing”.

Il primo documento ufficiale che tratta della divinizzazione di Laozi risulta essere l’iscrizione “Laozi Ming”, risalente al 165 d.C. Tuttavia, da diversi reperti archeologici, sappiamo che tale processo di questa figura iniziò già nei secoli passati. Già la scuola proto-taoista Huanglao uní le figure di Laozi e di Huangdi (l’Imperatore Giallo) e ne fece il principale oggetto di culto.

Nel 142 d.C. avvenne quello che probabilmente è da considerare l’evento determinante per la formazione della religione taoista, ossia l’apparizione di Lord Lao (altro appellativo usato per la figura di Laojun) al mistico ed eremita cinese Zhang Daoling, a cui annunciò un messaggio millenarista e assegnò il compito di far nascere una società dove potesse regnare l’uguaglianza e l’armonia. Per tale motivo, gli conferì il titolo di Maestro Celeste e rivelò all’eremita Zhang diversi testi, instaurando tramite questi un patto di alleanza divina con tutto il popolo.

Tale accadimento ha per la storia della società cinese un ruolo fondamentale. Traendo infatti ispirazione dall’apparizione di Taishang Laojun, nacquero due rivolte sociali da parte di gruppi di fede taoista e, nel perseguire l’ideale di società che Laojun aveva trasmesso all’intera umanità attraverso un singolo uomo, iniziarono anche battaglie militari di enorme portata. Da tali tumulti nascerà il movimento dei “Maestri Celesti”, il cui lignaggio originatosi da Zhang Daoling, è vivo tutt’oggi.

Nel corso dei secoli la divinità Tai Shang Lao Jun sarà vista da alcune correnti come la divinità principale, mentre altre gli daranno un ruolo secondario.

La famiglia della dinastia Tang proclamerà questa figura come proprio antenato, probabilmente per poterne sfruttare il potere messianico che questa divinità ancora suscitava nel popolo cinese.

Al di là dei secoli che passano, Taishang Laojunun è ancora presente nella fede di ogni taoista e, con la sua immagine, sui loro altari. Tuttavia, come è scritto nel testo “Youlong Zhuan” (Come un Dragone): “le rappresentazioni visive o artistiche possono solo vagamente avvicinarsi alla maestà della divinità, […] tuttavia gli adepti usano queste repliche artificiali come guide alle tecniche di visualizzazione e, per pregare la divinità, in modo che agiscano come se fossero dinanzi al suo corpo reale

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Fonti: “Il corpo taoista” di Kristofer Schipper; “La religione della Cina” di Kristofer Schipper; “History of chinese daoism” di David Chai; Encyclopedia of taoism.