#EduSex – si alzi il sipario

 #EduSex – si alzi il sipario

«Senza (condom) è più bello, e poi la mia fidanzata è una brava ragazza». Dal 2017, aumento dei casi di AIDS tra i giovani! Il nostro scopo sta nell’educare e nell’informare, non nel far provare vergogna alle persone sessualmente attive o desiderose di esserlo.

Del perché aprire una rubrica di educazione sessuale, io e Antonio Dentice ne abbiamo discorso a lungo. Plurimi sono i motivi che ci hanno portato a ragionare su quella che riteniamo (purtroppo) ancora una necessità, tra cui spiccano il diffuso pudore inculcato nella donna nel ri-conoscere il proprio corpo e la pericolosa ignoranza in ambo i sessi sulle malattie sessualmente trasmissibili.

Delle MST (sigla per: “Malattie Sessualmente Trasmissibili”) parleremo diffusamente, ma vale la pena fare un esempio sulle conseguenze del sottovalutare i rischi legati alle proprie abitudini o sul non essere informati sui dispositivi protettivi alternativi.

Nel 2018 l’Istituto Superiore di Sanità ha divulgato i dati relativi alle nuove diagnosi di HIV e dei casi di AIDS in Italia fino al 31 dicembre 2017. Salta all’occhio questo dato: la maggior parte delle infezioni è riscontrata tra persone eterosessuali, con maggiore incidenza nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 29 anni.

«L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, si colloca nella media dei Paesi dell’Unione Europea (5,8 casi per 100.000 residenti)».

Leggiamo, ancora: «nel 2017, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’84,3% di tutte le segnalazioni».

È qui che vorrei soffermarmi: con la diffusione della contraccezione orale, molti “dimenticano” (leggasi: preferiscono non utilizzare) i condom e i femidom (contraccettivo femminile), esponendosi e facendo esporre i partner (fissi o occasionali) a una serie di rischi. Proprio nella fascia “young” della popolazione si sta iniziando a notare un aumento delle diagnosi (e, ne consegue, dei comportamenti a rischio).

Per comportamento a rischio non si intende una condotta immorale o una serie di azioni da condannare; molto semplicemente, si tratta spesso di disattenzioni, cose che non si conoscono e “pensiero magico”. Il nostro scopo sta nell’educare e nell’informare, non nel far provare vergogna alle persone sessualmente attive o desiderose di esserlo.

Parlando di comportamenti a rischio, mi viene da citare una frase che ho sentito spesso dire ai miei coetanei durante l’adolescenza e, purtroppo, la prima fase adulta: «Senza (condom) è più bello, e poi la mia fidanzata è una brava ragazza. È pulita».

Come se i batteri e i virus facessero la pesatura del cuore (1) per sapere se sei buono/bravo. Se sei buono, niente MST, se sei cattivo ti becchi la sifilide. Queste credenze valicano i confini della scienza e raggiungono quasi la superstizione – io lo chiamo “pensiero magico infantile”.

Esso porta a una dis-percezione del rischio, evidentemente sottostimato, rispetto alla propria condotta sessuale, per cui avviene che ci si illude ogni azione della persona sia “protetta” da un alone mistico di convinzioni personali erronee.

Inoltre, queste affermazioni erano spesso prone a un doppio standard di valutazione, che risultava così asimmetrica, a sfavore delle donne.

Anche l’illibatezza della partner mi è capitato fosse tratta in ballo come argomentazione di “serietà” e “sicurezza”, ma, quando facevo notare che bisognasse chiedersi se anche lui fosse “sicuro”, tra l’imbarazzo e il senso di superiorità i miei interlocutori rispondevano di “no”, che non erano alla prima esperienza e che però sceglievano ugualmente di non usare il condom. Un bel controsenso, non trovate?

Tentavo perciò di far riflettere sulla mancanza di rispetto verso l’altro partner, reputato come una garanzia, cui non si garantiva nulla, nemmeno un’analisi del sangue effettuata prima di intraprendere del sesso non protetto.

Parimenti, ho spesso raccolto confidenze di ragazze che non optavano per il condom, ma con tale giustificazione: «Al mio ragazzo non piace e mi fa prendere la pillola».

Argomentazione fallace, che sposta la problematica sulle gravidanze indesiderate anziché sulla sicurezza della persona sessualmente attiva. Senza contare la venatura coercitiva che assume la frase. «Mi fa prendere». Non: «Scelgo di prendere». «Mi fa prendere».

Queste piccole sfumature hanno sempre prodotto in me un certo dolore emotivo, perché non sentivo in esse il sapore della libertà. Tutt’altro.

Come sopra detto, le motivazioni che mi spingono a inaugurare questa rubrica sono di natura culturale, vorrebbero sfatare false credenze e rendere consapevoli e libere persone che hanno passivamente accettato un trend comportamentale imposto dai coetanei o da chi avrebbe dovuto educarli. Perché l’educazione è, prima di ogni cosa, la capacità di discernere quale sia il confine tra la propria libertà (e la propria immaturità) e quella degli altri a godere degli stessi diritti di informazione, salute e rispetto.

Ricapitolando:

1. Se lui non vuole usare il condom, puoi acquistare il femidom (che è diverso dal femdom!);

2. Portare con te una confezione di preservativi maschili o femminili non fa di te una persona riprovevole o, come direbbero alcuni bigotti maschilisti, “una poco di buono”;

3. I preservativi non vanno tenuti nel portafogli, “alla bisogna”. Rischi di rovinarli/danneggiarli o portarti per troppo tempo dietro un condom scaduto. Controlla sempre la data di scadenza del dispositivo;

4. È preferibile usare il preservativo, se non si conosce, tramite analisi, lo status di salute del partner. Di preservativi ne esistono di ogni tipo e misura, con materiali adatti a ogni esigenza. Chiedete al vostro farmacista o medico di fiducia;

5. Una brava persona non è per forza una persona sana. Una cattiva persona non è per forza un ricettacolo di malattie;

6. Tutte le persone sessualmente attive sono a rischio di contrarre una MST:

7. Una persona con poche esperienze alle spalle non è per forza una persona sana. Una persona con molte esperienze alle spalle non è per forza un ricettacolo di malattie;

8. Non c’è nulla di immorale nell’avere tanta o poca esperienza del sesso;

9. Non esistono doppi standard per cui a un uomo si consente maggiore libertà rispetto a una donna. La differenza degli apparati riproduttivi non implica alcuna differenza nel rispetto da ricevere e dei diritti da rispettare;

10. Non perdere di vista la cosa importante e cioè, come diceva la reclame dei condom “Vale” (1987), «volersi bene senza farsi male».

Certa di rispondere a un’esigenza latente, rendo disponibile la mia casella mail di redazione per proporre argomenti da trattare nei prossimi post o domande su temi che vi hanno sempre incuriosito ma generato forte imbarazzo.

Immagine:

Ringrazio l’artista Fiorella Pontillo per aver messo a nostra disposizione questa illustrazione a tema che vede protagonista un suo personaggio ormai iconico: la matrioska.

Fiorella Pontillo

Classe 1979. Si forma all’Istituto d’arte di San Leucio di Caserta (Architettura e arredamento), poi all’Accademia di Belle Arti Napoli (Decorazione). Si specializza in tecniche di stampa ad Urbino (PU), lavorando presso il museo della stampa come tecnico di laboratorio di litografia, serigrafia e calcografia. Lavora per un periodo come disegnatrice di accessori e gioielli per importanti aziende del made in Italy, frequentando anche un corso di orafo designer presso il Tarì (CE). Attualmente collabora con varie associazioni con corsi di stampa, come freelance illustratrice e ha sviluppato attraverso i suoi personaggi “Matrioska”, una serie di vignette/illustrazioni pungenti ed ironiche pubblicate in diversi giornali on-line.

Instagram: https://www.instagram.com/fiorellapmatrioska/

Note:

(1) La pesatura del cuore era un antico rituale della mitologia egizia.

Sitografia:

Video sull’argomento: