Gheeraerts the younger, Marcus; Portrait of Two Brothers; Birmingham Museums Trust; http://www.artuk.org/artworks/portrait-of-two-brothers-33180

Uno squarcio nell’oscuro, i Gemelli


L’investigatore Sherlock Holmes e il mago Zanoni sono figli dei Gemelli. Nelle scuderie del segno doppio troviamo anche il divin marchese De Sade e l’autore dei versetti satanici

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Chi nasce sotto questo segno, afferma Vettio Valente, astrologo del II secolo, prende amore per la parola, si esercita nelle lettere e nell’educazione, è poeta, amante delle arti… (1).I Gemelli, infatti, è il segno di domicilio di Mercurio, ovvero il luogo dove il dio della parola, della scrittura e dei ladri, sta a suo agio proprio come se fosse in casa propria.

Non c’è da stupirsi, pertanto, se tra i celebri Gemelli della letteratura troviamo Dante Alighieri, nato tra il maggio e il giugno del 1265. Il Sommo Poeta, nel XXII canto del Paradiso, versi 112 – 117, dichiara quindi, non privo di orgoglio, di essere nato sotto il terzo segno dello zodiaco a cui deve la sua predisposizione letteraria e alla cui costellazione rivolge un’invocazione:

O gloriose stelle, o lume pregno

di gran virtù, dal quale io riconosco

tutto, qual che si sia, il mio ingegno,

con voi nasceva e s’ascondeva vosco

quelli ch’è padre d’ogni mortal vita,

quand’io sentì di prima l’aer tosco.

Oltre ad essere la casa di Mercurio, il segno è anche triplicità diurna di Saturno, pianeta che ne acuisce l’ingegno e spinge chi nasce, come dice il Valente, a conoscere gli occulti segreti della natura e a dedicarsi ad ogni attività che richiede il ragionamento e la perizia (2).

Parlando di cose occulte, effettivamente non sono stati pochi i Gemelli che, a cavallo tra ‘800 e ‘900, si dedicarono al contempo e alle lettere e alla ricerca esoterica. 

Sir Arthur Conan Doyle (22 maggio 1859– 1930) fu non soltanto l’inventore di uno dei personaggi più originalmente mercuriali dell’immaginario collettivo, Sherlock Holmes, ma si interessò attivamente del fenomeno dello spiritismo, partecipando a sedute medianiche e impegnandosi ulteriormente a smascherare i tanti ciarltani che appestavano il periodo del revival dell’occultismo. Dal 1926 al 1930 coprì anche il ruolo di presidente del “College of Psychic Studies” di Londra.

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Conterraneo di Conan Doyle, Sir Edward Bulwer-Lytton (25 maggio 1803 – 1873), celebre per aver coniato la frase “era una notte buia e tempestosa” (It was a dark and stormy night) fu l’autore di romanzi a carattere esoterico come Zanoni e The coming race che ispirarono i membri della Società Teosofica di Helena Blavatsky.

William Butler Yeats (13 giugno 1865 –1939), poeta mistico irlandese, iniziato al The Hermetic Order of the Golden Dawn (di cui diventerà anche Magister Templi) e membro della già citata Società Teosofica, scrisse numerose opere sul folklore irlandese come Il crepuscolo celtico.

L’esoterismo sembra abbia destato anche l’interessato del tormentato poeta portoghese Fernando Pessoa, contemporaneo di Yeats e con il quale condivide il giorno del genetliaco (13 giugno 1888 – 1935). Tanto per non allontanarci dal solco del tema del doppio, così caro alle descrizioni dei Gemelli, di Pessoa è stata ipotizzata (ma mai diagnosticata) una patologia di tipo schizoide. Tuttavia, più che una dualità, nel poeta vi è piuttosto presente una sola moltitudine in cui l’autore diviene il crogiolo di diversi altri personaggi, suoi eteronimi. Egli scrive:

Mi sento multiplo. Sono come una stanza dagli innumerevoli specchi fantastici che distorcono in riflessi falsi un’unica anteriore realtà che non è in nessuno ed è in tutti.

L’occulto, dimensione ascosa alla realtà dei sensi, per i Gemelli viene sottoposto al vaglio. L’acume di Mercurio permette di squarciare con la spada dell’intelletto ogni maschera di virtù con la quale l’uomo tenta di nascondere i propri vizi. La spiccata capacità del segno dei Gemelli di rivelare la dualità in ogni manifestazione della realtà può portare facilmente al disincanto e all’amara ironia sulla vita. Questo ne fa acuti osservatori delle miserie e del lato comico dell’esistenza che essi tendono a dissacrare spietatamente.

Era Gemelli Donatien-Alphonse-François, marchese de Sade (2 giugno 1740 – 1814)  che ritrasse gli abominevoli vizi della nobiltà e del clero decadenti della Francia prerivoluzionaria con una caustica ironia mercuriale che non risparmiò neppure la religione, ridotta a brandelli a suon di una sferzante blasfemia.

Ma se l’inquientante carosello di perversioni umane costò al Divin Marchese l’alienazione permanente nel manicomio di Charenton, allo scrittore indiano Salman Rushdie (19 giugno 1947) toccò la fatale fatwā dell’ayatollah Khomeini per blasfemia che ne deliberò la condanna a morte a causa della pubblicazione de I versetti satanici, romanzo considerato insultante nei confronti dell’Islam, in cui l’autore suggerisce l’ispirazione demoniaca di alcuni controversi “versetti coranici”.

Mai come in questi ultimi casi è stato vero che la penna è più potente della spada… Che, non a caso, è un’altra celebre frase coniata dal nostro summenzionato Edward Bulwer Lytton.

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Note: 1) Citato in: Giuseppe Bezza, Le dimore celesti, Xenia edizioni, 1998, p. 96; 2) Bezza, op. cit., p. 94;

Consigli di lettura per menti mercuriali: Giuseppe Bezza, Le dimore celesti, 1998, Xenia Edizioni; Sir Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso; Edward Bulwer-Lytton, Zanoni; William Butler Yeats, Il crepuscolo celtico; Fernando Pessoa, Una sola moltitudine; Salman Rushdie, I versetti satanici.Donatien-Alphonse-François, marchese de Sade, Justine, o le sventure della virtù.